06 agosto, 2007

Terra in vista (??!!)

Ricevo e pubblico questa lettera, ringraziando "il Nibbio" per il suo contributo:

"Ritrovandomi a passare le giornate estive nella stupenda cornice lecchese, ormai in parte abbandonata dalle partenze, colgo l'occasione per alcune osservazioni sulla nostra città. Spesso le testate locali hanno evidenziato le contraddizioni della nostra terra: quella “Lecco turistica” che alcuni vorrebbero rigettasse il porticciolo fondamentale per il suo sviluppo; quella città in grave carenza di posti auto (checche ne dica il signor Verdi) che silura i parcheggi pur di silurare gli assessori; lo Stadio che non è una priorità ma fortunatamente viene riqualificato in tempi record per la serie C1. La linea che contraddistingue tanto l’operato quanto le sue critiche sembra essere il “navigare a vista”, nel bene come nel male, spesso più influenzato dall’opinione del momento che da un’attenta valutazione della Lecco che sarà. In un contesto del genere sembra passare quindi in secondo piano un tema come quello dell’Università, che appassiona poco chi non ne è direttamente interessato. Uscendo da una visione di utilità immediata o di semplice impatto urbanistico è evidente come possa risultare immenso il patrimonio per il territorio; il progetto del Campus costituisce un’imperdibile occasione per tutto il tessuto sociale, per gli studenti che avranno un Ateneo di livelli eccellenti, per le aziende che lavoreranno con il Poli sviluppando al meglio la crescita e la ricerca, per i commercianti a servizio dei 2000 nuovi utenti della zona Piccola. Alle parti in causa spetta il compito di rispondere alle esigenze che ne nasceranno, che siano alloggi e luoghi dove mangiare, oppure la creazione di network con aziende locali e stage all’estero, il tutto inserito nel particolare contesto cittadino dove sarebbe certamente fuori luogo la creazione di discoteche nella tradizionale quiete dei rioni. Anche il turismo non riesce ad evadere dalla logica dell’immediatezza, dove i difensori del porto e i suoi detrattori sembra lo ritengano punto nodale di tutto il dibattito. Sarebbe al contrario evidente l’evoluzione portata dalla valorizzazione di quanto già abbiamo in casa: un paesaggio di lago e montagne da fare invidia alle migliori località italiane ed i luoghi manzoniani. Con la riqualificazione di Villa Manzoni e Piazza Era sembra si prenda la direzione giusta ma allo stesso tempo pare non si voglia mai fare un passo in più del dovuto; perché ad esempio non acquisire l’Isola Viscontea come proposto alcuni anni fa? Perché oltre a riempire l’estate lecchese non si riesce a fare una mostra d’arte di livello nazionale come avviene regolarmente a Brescia e Bergamo? Una volta definita una linea d’azione va aggiunto il tema dei servizi: senza alberghi e ristoranti, porti e parcheggi la città non può uscire dall’insopportabile turismo da “bar sul lago” che intasa la città per una semplice toccata e fuga milanese la domenica pomeriggio. Se davvero si vuole uno sviluppo del turismo è necessario creare un sistema che ne consenta la sostenibilità ed il porto ne è sicuramente fattore fondamentale, come si può pensare di usufruire del lago senza un porto che possa sopportare una forte affluenza? Senza parcheggi, alberghi e luoghi di ristoro la città come può reggere l’auspicata presenza di migliaia di persone? Sentire esponenti politici locali affermare che non c’è bisogno di posti auto sottolinea come non sia ritenuto necessario per i partiti avere contatti con la realtà… Se entrassimo nel merito delle basilari opere finanziate in attesa di vedere l’esecuzione, degli appalti rifiuti e del Bione non finiremmo più; la questione essenziale è un metodo che deve essere quanto più lontano dal “navigare a vista” e si ponga la domanda di quale città vogliamo, che abbia cioè la prospettiva ed il coraggio di programmare ora la Lecco che verrà."

il Nibbio

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